12 novembre – Mirella De Sisto

Titolo: La prosodificazione dei possessivi enclitici nei dialetti di Airola e Boiano
Orario: 10:00-11:00
Aula: Van Wijkplaats 2/006

Abstract
Nei dialetti meridionali, i possessivi presentano una variante tonica e una enclitica, tipicamente associata ai nomi di parentela (Rohlfs 1967, Sotiri 2007, Ledgeway 2009, D’Alessandro & Migliori 2013) (e.g. [ˈfratə-mə] ˈmio fratelloˈ).
Nel caso in cui il nome di parentela a cui il possessivo si riferisce è proparossitono, l’aggiunta dell’enclitico causerebbe il posizionamento dell’accento oltre la terzultima sillaba e ciò non è permesso nella maggior parte delle varietà meridionali. La strategia più comune per evitare questa violazione è quella di evitare l’utilizzo della forma enclitica in quei casi. In altri casi, ad esempio nel dialetto lucano, l’accento può essere spostato sulla sillaba successiva (e.g. [ˌjennəˈru-mə] cf. [ˈjennərə], ˈgeneroˈ, vedasi Lüdtke 1979: 31).
Nei dialetti di Airola (BN) e Boiano (CB) è possibile osservare una terza strategia per evitare che l’accento si trovi oltre la terzultima sillaba: quando il possessivo enclitico viene aggiunto ad un sostantivo proparossitono, la sillaba finale di quest’ultimo viene elisa. Per esempio: [ˈjennərə] ˈgeneroˈ diventa [ˈjennə-mə] ˈmio generoˈ.
La presente proposta è che i possessivi enclitici nel dialetto di Airola e Boiano siano clitici interni, direttamente connessi alla parola fonologica contenente il sostantivo. Sia l’accento dei proparossitoni che l’impossibilità di avere l’accento oltre la terzultima sillaba derivano dagli ‘internally-layered ternary feet’ (Martínez-Paricio 2013). Questi piedi fonologici devono essere allineati al margine estremo della parola fonologica che li contiene. Quando un possessivo enclitico viene incorporato, la strategia ottimale per assicurare l’allineamento tra i due livelli è quella di costruire un piede fonologico stratificato internamente e eliminare la sillaba finale del sostantivo.